Il coniglio, sempre più frequentemente in questi ultimi anni, viene scelto come “compagno di vita” ed entra a far parte delle nostre “famiglie allargate” ed ospitato in ambiente domestico.

Chi avrebbe mai anche solo pensato che sarebbe diventato uno degli animali domestici più diffusi?

Eppure proprio le specifiche e peculiari caratteristiche etologiche e comportamentali gli consentono di creare legami profondi e relazioni importanti con la nostra specie.
A patto ovviamente di accoglierlo con il dovuto rispetto, adottarlo consapevolmente e conoscendo e riconoscendo le sue esigenze in fatto di alimentazione, benessere fisico ed emozionale, comunicazione, spazio a disposizione e non solo.
 
IL CONIGLIO: L’AMBIENTE DOMESTICO
Il coniglio, non smettiamo mai di sottolinearlo, è un animale preda in natura proprio come il coniglio selvatico, a differenza del cane e del gatto che sono predatori e che hanno quindi modalità di comportamento e di gestione delle emozioni diversi.
Proprio per questo è indispensabile mettergli a disposizione fin da subito un luogo dove possa rifugiarsi e nascondersi, anche una scatola di cartone delle dimensioni adeguate va bene, purché garantisca al coniglio di sentirsi al sicuro e di non essere visto se lo desidera.
A chi ci racconta che il coniglio può vivere senza problemi in gabbia, rispondiamo che si tratta di un animale sociale, che in natura vive in gruppi numerosi, con grande necessità di compagnia e di relazione, come potrebbe sentirsi bene recluso in isolamento dal resto della famiglia in un angolo della casa o addirittura su un terrazzo? La considerereste mai una soluzione plausibile per un cane o un gatto? E perché dovrebbe esserlo per un coniglio?
Anche la comunicazione con questa specie è differente, una lingua diversa, fatta di segnali più sottili ma anche di grande capacità di percepire emozioni e stati d?animo. Avvicinarsi in modo brusco, sollevarlo rapidamente o addirittura rincorrerlo per prenderlo in braccio, usare toni di voce striduli o gridare, soprattutto prima di aver instaurato con lui un rapporto di estrema fiducia, possono determinare nel coniglio, che in natura se viene rincorso e preso è per essere mangiato da un predatore, un grave stato di terrore e di ansia che non aiutano certo a costruire un legame profondo.
I coniglietti molto giovani per istinto si immobilizzano se vengono rincorsi o maneggiati bruscamente, ma non scambiate quel comportamento con la mitezza, è panico allo stato puro e ve ne accorgerete guardando gli occhi che saranno talmente spalancati da mostrare il bianco della sclera. Sediamoci a terra piuttosto e lasciamo che sia il coniglio ad avvicinarsi a noi e a scegliere quando e se salirci sulle gambe, rispettando i suoi tempi e i suoi modi. Dopo il primo periodo di conoscenza cominceremo a capire quando e come vorrà giocare con noi!

IL CONIGLIO: QUANDO ADOTTARE UN CONIGLIO

L’età più corretta per far entrare in casa un coniglietto è di almeno due mesi, in modo che possa aver avuto il tempo sufficiente per imparare dalla mamma i primi importanti insegnamenti che gli garantiscano lo sviluppo di un comportamento equilibrato e un corretto svezzamento, quanto mai indispensabile per una specie erbivora. Ancora troppo spesso viene proposta l’adozione di conigli piccolissimi, che stanno nel palmo di una mano, e in genere non superano il mese d’età. Sappiate dire no, non dobbiamo incentivare una simile abitudine che provoca la morte in moltissimi di quei teneri e indifesi batuffoli.
Sempre consigliabile fin dalle primissime fasi, meglio ancora se prima dell’adozione, un appuntamento con un Medico Veterinario esperto nella medicina e chirurgia dei piccoli mammiferi erbivori, per verificare lo stato di salute del nuovo arrivato e ricevere le corrette informazioni per evitare errori spesso anche fatali.