Il Tar (Tribunale amministrativo regionale) dell’Emilia Romagna ha annullato il provvedimento del 2013 con il quale il Comune di Bologna impediva ai circhi con animali di organizzare spettacoli sul territorio, e di esporre gli animali stessi in qualsiasi attività di spettacolo pubblico o privato.

La decisione, ben accolta dai cittadini ed esaltata dalle organizzazioni animaliste, entrerebbe però in netto contrasto con la normativa nazionale e, pertanto, è stata giudicata non attuabile.

Come comprensibile la notizia ha scatenato numerose reazioni, da un lato quella degli animalisti, pronti ad iniziare un ricorso, dall’altro quella degli artisti circensi, sollevati per la sentenza a loro favore.

La presenza degli animali nei circhi è un argomento che non può essere considerato con superficialità. E’ vero che per molte famiglie circensi l’addestramento degli animali è una tradizione prima ancora di essere un mezzo di sostentamento. E’ altrettanto vero, però, che lo sfruttamento degli animali non può essere incoraggiato. Molti esponenti del mondo circense sostengono che, la maggior parte degli animali addestrati, sono abituati a vivere in cattività e, pertanto, ciò non rappresenta per loro una particolare fonte di stress. I comportamenti ripetitivi ed alienati che molti animali manifestano nei circhi, come negli zoo, tuttavia, indicano il contrario, in quanto rappresentano chiari segni di sofferenza e questo non si può ignorare.

La situazione, dunque, è complessa e deve essere risolta mettendo al primo posto il benessere degli animali in modo da agire in maniera lucida e autenticamente obiettiva per  assicurar loro la vita dignitosa che meritano.

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