Zika è il nome di una malattia virale e deriva dal tipo di scimmia “Zika appunto” originaria dell’Uganda, nella quale il virus è stato isolato per la prima volta, circa 40 anni fa. Iniziamo con una precisazione

La Zika è una zoonosi. Una zoonosi è una malattia che viene trasmessa dagli animali all’uomo. In questo caso l’animale è la zanzara  del genere Aedes aegypti, responsabile anche di Dengue e Chikungunya. La zanzara, in questo caso denominata vettore, quando infetta, trasmette il virus all’uomo mediante puntura.

In quali paesi è presente ?

Per lo più nelle zone sub Tropicali dei continenti Africano, Asiatico ed Americano.

Perchè ora se ne parla di più?

La Zika è conosciuta da molto tempo, solitamente provoca febbre, congiuntivite, dolori articolari e muscolari, eruzioni cutanee, sintomi che raramente richiedono ospedalizzazione. Dal 2015, tuttavia, essa è stata diagnosticata in Brasile, a ciò sono seguite numerose indagini ed è stato riscontrato un aumento delle nascite di bambini affetti da microcefalia nelle zone soggette a malattia. Ciò  ha aperto la discussione sui possibili effetti teratogeni della malattia.

Precauzioni

Il sito dell’Istituto Superiore di Sanità, indica le linee guida da seguire:

in attesa di ulteriori dati ed evidenze scientifiche sull’associazione tra infezione da Zika virus e sviluppo di microcefalia nel feto si raccomanda a tutte le donne in stato di gravidanza o che non escludono a breve una possibile gravidanza:

– di valutare la possibilità di rimandare programmi e piani di viaggio nelle zone a rischio (link);
– ove il viaggio non è rimandabile di avvalersi di idonee misure di prevenzione individuale contro le punture di zanzara;
– se in stato di gravidanza e di ritorno da recenti viaggi in aree a rischio di dare subito notizia del viaggio nel corso delle visite prenatali, al fine di poter essere valutate e monitorate in modo appropriato.

Ricerche in corso

Attualmente sono in corso ulteriori ricerche per testare la possibile implicazione di Zika nei casi di sindrome di Guillain-Barré e per escludere altre vie di trasmissione della malattia.

Via | iss.it