Cosa si intende per avvelenamento?

Per avvelenamento si intende l?alterazione del normale stato di salute dell?animale per introduzione di una sostanza tossica dall?esterno per ingestione, per inalazione o per contatto. I sintomi varieranno a seconda del tossico da neurologici, a circolatori, a gastroenterici o a respiratori fino anche alla morte, che in alcuni casi è fulminante.

La velocità e la gravità di azione dei tossici non è, infatti, uguale per tutti i tipi di veleno; alcuni agiscono con velocità fulminea (ad esempio la stricnina), altri come i dicumarinici, sono più subdoli ed hanno un esordio oltre le 48-72h.

Naturalmente il cane o il gatto che vomita da una settimana non è detto che si sia intossicato e molto probabilmente il problema potrebbe riguardare altri organi, per questo saranno necessari altri accertamenti, come: analisi del sangue con profilo ematobiochimico, accompagnati da radiografia e ecografia per rilevare per esempio la presenza di corpi estranei, un? infiammazione del tratto gastroenterico, una pancreatite o altro.

Quindi la gravità dei sintomi dipenderà da cinque principali fattori:

  • Tipo di veleno assunto;
  • Dose del veleno;
  • Mole e peso del cane (la dose tossica per un Chihuahua non sarà uguale a quella tossica per un Alano);
  • Tempo trascorso dall?assunzione;
  • Tempo di contatto e modalità di contatto (orale, respiratoria, cutanea).

Affinché un cane si possa definire avvelenato è importante un?anamnesi molto dettagliata per stabilire una cronologia degli eventi. Molto spesso il primo contatto con il Veterinario avviene telefonicamente e fino a che non si arriva in ambulatorio ci si deve attenere a quello che il medico consiglia di fare, senza prendere iniziative.

Unica indicazione che può dare il Veterinario al telefono è l?induzione del vomito, in caso di contatto per via orale, entro 1 h dall?ingestione. Questo solo in caso di sostanze non istolesive, perché si rischia di peggiorare la situazione e causare ulteriori danni ad esofago, faringe e vie aeree. L?emesi deve essere praticata solamente in soggetti vigili e coscienti perché è necessaria la presenza del riflesso della deglutizione, per non causare un?aspirazione del tossico con conseguente danno polmonare.

In caso di contatto cutaneo il consiglio principale è il lavaggio con acqua tiepida e tosatura del pelo sull?area venuta in contatto con il tossico, nel caso per esempio dell?utilizzo di alcuni antiparassitari per il cane, sul gatto; questi contengono permetrine, altamente tossiche per quest?ultimo.
Quindi è importante che il proprietario una volta arrivato in ambulatorio sappia rispondere ad alcune domande che potrebbero venirgli poste su:

  • Insorgenza e progressione dei sintomi;
  • Coinvolgimento di eventuali altri soggetti;
  • Utilizzo in casa di sostanze tossiche;
  • Accessibilità a farmaci e quali;
  • Presenza di piante ornamentali.

Se il proprietario ha assistito all?avvelenamento si può chiedere di portare in ambulatorio la confezione del tossico per poterne visionare la composizione.

Purtroppo gli strumenti a carico del veterinario per scoprire che tossico sia stato ingerito sono pochi, non esistono infatti analisi del sangue in grado di dirci se il cane sia stato avvelenato e con che tipo di tossico. La diagnosi si basa sui sintomi e sull?anamnesi. Tramite le analisi del sangue possiamo valutare se organi come il rene e il fegato abbiano subito danni oppure come nel caso degli avvelenamenti da topicidi, i dicumarinici, il test per la coagulazione, che è sì indicativo, ma a distanza di tempo (anche 7-10gg) dall?ingestione.

Quindi il veterinario in primo soccorso valuterà lo stato del cane e cercherà di controllare i sintomi, riducendo per esempio lo stato convulsivo, stabilendo una pronta fluido terapia che diluisca e aiuti l?eliminazione del tossico nel sangue e nel caso di intossicazione per via orale si effettuerà una lavanda gastrica e un clistere rettale per ridurre il tempo di contatto e quindi di assorbimento. Purtroppo un antidoto vero e proprio per ogni tossico non esiste.

Ora seguirà un elenco in ordine alfabetico delle sostanze tossiche più frequentemente causa di avvelenamento negli animali da compagnia, nel nostro caso cane e gatto e dei sintomi causati.
Ricordiamo però che è la dose che fa il veleno (cit. Paracelso), quindi anche altre sostanze non definite propriamente tossiche come può essere considerato il normale sapone per piatti, se ingerite o anche per contatto cutaneo possono causare danni anche irreparabili, in grandi quantità o comunque in relazione alla mole del cane.
La dose tossica di una sostanza verrà rappresentata dai milligrammi che alterano il normale stato fisiologico nel cane o nel gatto in base loro peso, espresso in kilogrammi.

AVVELENAMENTO CANE E GATTO: PARACETAMOLO (ACETOMINOFENE)

E? una sostanza utilizzata come antipiretico in medicina umana, diffusa un tutte le nostre case, dove si trova con i nomi di Tachipirina, Efferalgan, Tachifludec, Zerinol, Tachidol. In Medicina Veterinaria è poco utilizzato vista la sua bassa maneggevolezza: la dose tossica per il gatto è infatti 50-120 mg/kg (anche se in questa specie basta una dose molto minore per causare danni seri) e nel cane 200 mg/kg. Il suo potere tossico è legato ad un suo metabolita attivo che nell?arco di 2-4h, ossidano l?emoglobina a metaemoglobina, una forma che non è più in grado di trasportare ossigeno. Inoltre causano un danno epatico acuto.

I sintomi nel cane sono prevalentemente legati al danno epatico:

  • Anoressia (perdita dell?appetito);
  • Dolorabilità addominale;
  • Vomito;
  • Ittero (colorazione giallastra delle mucose);
  • Debolezza;
  • Coma fino alla morte (in 2-5 giorni).

I sintomi nel gatto:

  • Cianosi (colorazione bluastra delle mucose);
  • Vomito;
  • Dispnea (difficoltà respiratoria);
  • Edema del capo e delle zampe;
  • Emoglobinuria (urine di colorazione brunastra);
  • Ittero;
  • Coma fino alla morte (in 18-36h).

AVVELENAMENTO CANE E GATTO: ACIDO ACETILSALICO

E’ un farmaco diffuso come antipiretico, analgesico e antinfiammatorio sotto il nome di Aspirina. Basta poco per avvelenare un gatto (la dose tossica è 25 mg/kg) e un cane (50 mg/kg).

I sintomi:

  • Depressione;
  • Anoressia;
  • Ipertermia (rialzo della temperatura corporea);
  • Vomito con ematemesi (presenza di sangue vivo);
  • Tachipnea;
  • Insufficienza renale acuta;
  • Atassia (alterazione dell’andatura);
  • Coma fino alla morte.

AVVELENAMENTO CANE E GATTO: CARBAMATI E ORGANOFOSFORICI

Vengono usati in agricoltura e zootecnia come insetticidi ed antiparassitari. Sono tossici sia per ingestione che per contatto cutaneo che per via inalatoria. Tali sostanze una volta in circolo inibiscono acetlicolinesterasi, l’enzima che elimina l’acetilcolina, provocandone così il suo accumulo in tutte le sinapsi nervose.

I carbamati sono acetilcolinerasici reversibili mentre gli organo fosfati sono irreversibili. L’antidoto è l’atropina solfato, per gli organo fosforici anche la pralidossina.

I sintomi sono:

  • Aumento lacrimazione;
  • Scialorrea (aumento salivazione);
  • Nausea e vomito;
  • Diarrea;
  • Miosi (pupille a punta di spillo);
  • Broncospasmo;
  • Incontinenza urinaria;
  • Bradicardia;
  • Tremori;
  • Atassia;
  • Convulsioni fino al coma e all’arresto cardiocircolatorio-respiratorio;
  • Alcuni organofisforici possono causare una polineuropatia ritardata a distanza di 1-2 settimane: paraplegia, paralisi ascendente flaccida, atassia, morte per paralisi muscoli respiratori.

AVVELENAMENTO CANE E GATTO: CIOCCOLATO

Il cioccolato contiene teobromina e caffeina che nel cane sono tossiche rispettivamente in 100 mg/kg e 140 mg/kg; sono sostanze eccitanti ed agiscono sul sistema circolatorio e nervoso.

I sintomi:

  • Vomito;
  • Diarrea;
  • Agitazione;
  • Aumento diuresi;
  • Atassia e tremori;
  • Aritmie cardiache e bradicardia;
  • Ipertermia;
  • Convulsioni;
  • Coma e morte.

AVVELENAMENTO CANE E GATTO: GLICOLE ETILENICO

E’ una sostanza liquida, di sapore dolce, che viene usata come antigelo per motori, solventi antiruggine, soluzione per pellicole, ecc.. Le dosi tossiche per il cane sono 4-6 ml/kg e per il gatto 1,5 ml/kg.

Per quanto riguarda la sintomatologia si distinguono tre stadi:

  • I stadio: tra i primi 30 minuti e le prime 12 ore dall’ingestione, compaiono i sintomi neurologici quali atassia, convulsioni, ipereccitabilità, stato stuporoso, anoressia, vomito, ipertermia, poliuria e polidipsia, fino al coma e la morte;
  • II stadio: tra le 12-24 ore dall’ingestione, sintomi cardiorespiratori, con tachicardia e tachipnea;
  • III stadio: tra le 24-72 ore dall’ingestione, insufficienza renale oligurica oltre alla depressione del sensorio, vomito, diarrea.

La prognosi è quasi sempre infausta.

AVVELENAMENTO CANE E GATTO: METALDEIDE

E’ il principale componente dei lumachicidi e si presenta come esca verde-azzurra ed è tossica per ingestione. Agisce sul sistema nervoso, causando una deplezione o esaurimento dei mediatori chimici, quali adrenalina e noradrenalina.

I sintomi compaiono entro 1-3 h dall’ingestione e sono:

  • Agitazione;
  • Tremori e convulsioni;
  • Midriasi;
  • Iperestesia;
  • Tachicardia;
  • Scialorrea;
  • Vomito con tipico odore di formaldeide;
  • Diarrea verdastra;
  • Ipertermia (41-42°C).

AVVELENAMENTO GATTO: PERMETRINE

Le permetrine sono sostanze insetticide e presente in alcuni antiparassitari esterni per cani, conosciute sotto forma di spot-on con i nomi commerciali: Advantix, Exspot, Frontline triact o sotto forma di collare: Scalibor . Sono tossici nel gatto perché non ha gli enzimi epatici necessari per metabolizzare la molecola e non potendo essere eliminate si comportano come un vero e proprio veleno.
Le permetrine sono delle sostanze neurotossiche negli insetti, provocando paralisi del sistema nervoso centrale negli insetti e come tali causano sintomi neurologici nel gatto fino anche alla morte.
I sintomi:
  • Ipereccitabilità;
  • Tremori e convulsioni tonico-cloniche;
  • Scialorrea;
  • Vomito;
  • Diarrea;
  • Dispnea;
  • Midriasi;
  • Morte

La tempestività nell’intervento è fondamentale, bisogna bloccare il prima possibile l’assorbimento cutaneo dello spot on. Questo vuol dire lavare con acqua tiepida e sapone il gatto e fare lavanda gastrica e sostanze adsorbenti.

AVVELENAMENTO CANE E GATTO: RODENTICIDI AD AZIONE ANTICOAUGULANTE

Si trovano in commercio sotto forma di granuli blu, rossi, rosa oppure contenenti liquido blu. Sono tossici per ingestione e bloccano la coagulazione del sangue vitamina K –dipendente.

I sintomi sono:

  • Debolezza;
  • Mucose pallide;
  • Disidratazione;
  • Emorragie dagli orifizi naturali

I suddetti sintomi insorgono dopo le 48 h dall’ingestione. Se ci si accorge che il cane ha ingerito l’esca si deve indurre velocemente l’emesi ed iniziare la terapia con somministrazione di vitamina K.

AVVELENAMENTO CANE E GATTO: STRICNINA

E’ un pesticida molto potente e si presenta sotto forma di polvere biancastra e molto amara. E’ tossica se ingerita, va a bloccare il neurotrasmettitore glicina. I sintomi compaiono in 10-10 minuti dall’ingestione, la morte sopravviene entro pochi minuti a poche ore. La dose tossica nel cane è molto bassa e pari a 0,75 mg/kg di peso dell’animale.

I sintomi:

  • Opistotono;
  • Trisma;
  • Contrazioni tonico-cloniche;
  • Convulsioni;
  • Midriasi;
  • Ipereccitabilità;
  • Ipertermia;
  • Morte.
Gli avvelenamenti sono frequenti nel cane e nel gatto, sia accidentali o che per merito di esche appositamente predisposte. E’ bene conoscere i veleni e la sintomatologia provocata, tale da contattare preventivamente il Medico Veterinario e predisporre un primo soccorso, come l’induzione al vomito nel caso di sostanze ingerite da meno di 1 ora.
Da ricordare che anche le piante ornamentali, di campo o selvatiche, contengono sostanze tossiche. Comunque come regola generale si dovrebbe fare attenzione ai nostri animali sia in casa che durante le passeggiate, soprattutto se hanno un carattere curioso e conoscono ciò che li circonda ingerendo tutto quello che di nuovo gli capiti sotto il naso, soprattutto se cuccioli in fase di dentizione. O nel caso siano abbastanza voraci da non essere abbastanza schizzinosi e saper discernere tra cosa mettere o non mettere in bocca.