Due settimane fa vi abbiamo proposto il nostro primo caso clinico di Citologia Veterinaria. Molto è stato l’interesse mostrato da studenti e veterinari, anche se i commenti stentano ad arrivare. Speriamo sia solo l’imbarazzo iniziale e che presto possiate partecipare numerosi.

Il primo caso che vi abbiamo proposto riguardava una Cisti follicolare a contenuto cheratinico, associata a flogosi mista neutrofilica e macrofagica. Di seguito riportiamo alcune informazioni che potrebbero risultare utili sia ai proprietari che agli studenti.

CISTI FOLLICOLARI

Si tratta di neoformazioni non neoplastiche contenenti cheratina e delimitate da una parete di natura epiteliale. In base alla porzione del follicolo da cui originano se ne riconoscono 4 diversi tipi: infundibolari, istmiche, matricali e ibride. Rappresentano le lesioni follicolari di maggiore incidenza nel cane, in particolare nei soggetti di età media/avanzata con una particolare predisposizione per le razze Schnauzer, Boxer, Pastore tedesco e Shi Tzu.

L?eziopatogenesi rimane attualmente sconosciuta anche se si ritiene che possano formarsi per l?occlusione traumatica dei follicoli piliferi con conseguente accumulo di materiale cheratinico.

Si presentano sotto forma di lesioni solitamente intradermiche, cupoliformi, rotondeggianti e di piccole dimensioni. Possono essere ricoperte da pelo o alopeciche e frequentemente  iperpigmentate. Nella maggior parte dei casi si presentano come formazioni singole,  più raramente  è possibile il riscontro di cisti multiple (Foto 1, 2 e 3), in particolare nella razza Pastore Tedesco e Pechinese (Foto 4).

A volte è possibile osservare un poro sulla superficie di cute che le riveste, dal quale può fuoriuscire un materiale simil-caseoso di colore bianco-giallastro o brunastro rappresentato dalla cheratina (Foto 5); probabilmente è questo il motivo per cui le cisti follicolari cheratiniche vengono ancora erroneamente definite ?cisti sebacee?, condizione descritta nell?uomo. Le cisti cheratiniche possono inoltre andare incontro a rottura ed evocare una imponente flogosi da corpo estraneo dal momento che il materiale cheratinico che si libera dalla lesione non viene riconosciuto come self dal sistema immunitario.

Le sedi dove si riscontrano più frequentemente sono rappresentate dal tronco, testa, collo e arti, anche se possono repertarsi in qualsiasi punto del corpo in particolare nei punti di maggiore pressione e in corrispondenza di ferite chirurgiche.

L?esame citologico mostra sempre una cellularità adeguata costituita da cellule epiteliali cheratinizzate distribuite in uno sfondo di detriti cellulari amorfi di colore blu. Talvolta è anche possibile apprezzare la presenza di cristalli di colesterolo (riconoscibili per la forma rettangolare ed il profilo dentellato) derivanti dalla degradazione delle cellule epiteliali (Foto 6). In caso di rottura della cisti la distribuzione della cheratina nel derma richiama una flogosi mista costituita per lo più da granulociti neutrofili generalmente segmentati e ben conservati e macrofagi e nelle forme più croniche anche da plasmacellule, cellule epitelioidi ed elementi giganti multinucleati. Può essere difficile differenziare la cisti follicolare da un?altra neoplasia follicolare (tricoblastoma, pilomatricoma, acantoma infundibolare cheratinizzante, tricoepitelioma , tricolemmoma ecc) per cui per una corretta classificazione della lesione diventa fondamentale l?esecuzione dell?esame istologico.

La terapia della cisti follicolare a contenuto cheratinico prevede l’escissione chirurgica.