Il DNA delle tigri indiane sta perdendo la variabilità genica, e questo sarebbe alla base dell’estinzione della specie.

Dalle ultime ricerche è emerso che ben il 93% delle varianti geniche documentate dal 1858 al 1947 sarebbero ormai scomparse.

La varietà genetica è fondamentale per permettere alla specie di adattarsi ai cambiamenti ambientali e climatici. La mancata fusione di patrimoni genetici diversi, dunque, sta mettendo in pericolo questo animale, un tempo re dell’habitat asiatico.

La situazione non migliora se consideriamo che la trigre indiana, tra tutti i rappresentanti della specie è quella che presenta maggiore diversità genetica. Non meraviglia dunque la gravità della situazione: recenti ricerche stimano che il numero delle tigri sia ridotto a 3.200 esemplari in tutto il mondo, 1.400 in India.

Ma se la causa preponderante dell’estinzione è davvero questa, cosa si può fare per invertire la tendenza? Di certo la caccia al fine di commercializzare dei baffi e le carcasse delle tigri e la distruzione dell’habitat per scopi industriali ed edilizi non aiutano le tigri nella ricerca di differenti patners per l’accoppiamento. Forse il rispetto delle caratteristiche della specie potrebbe essere un punto di partenza.

Via | corriere.it