Probabilmente ricorderete il recente articolo sulla ricerca effettuata in Giappone, che, se approvata, permetterà di sviluppare organi umani, destinati ai trapianti, in corpi di suini adulti mediante l’impiego di cellule staminali. Non tutti saprete, però, che in Oregon, nell‘ Onprc (centro per la ricerca sui primati dell’Oregon), già più di un anno fa venivano alla luce le prime due scimmie “chimera”.

Il concetto di chimerismo sta ad indicare un fenomeno che genera un organismo composto da cellule originate da individui diversi, appartenenti o meno alla stessa specie.

Nel caso di Hex e Roku, sono questi i nomi delle due ormai famose scimmiette, le cellule provengono da sei distinti embrioni di macaco con altrettanti codici genetici. Dall’unione delle cellule, prelevate nel pieno della fase di totipotenza (capacità di differenziarsi in qualunque tipo di cellula), è derivato un unico embrione, successivamente  impiantato nell?utero di una femmina di macaco. Non si è trattato di “fusione” tra cellule ma piuttosto di una collaborazione che ha permesso la realizzazione di un organismo complesso.

Le possibilità offerte da questa scoperta sono infinite. Affinando la tecnica, infatti, potrebbe essere possibile ottenere un numero illimitato di cellule staminali impiegabili a scopo terapeutico in molte di quelle malattie all’oggi incurabili.

Shoukhrat Mitalipov, ricercatore nel progetto non pone limiti al progresso, affermando:

Dobbiamo studiare non solo le staminali coltivate, ma anche quelle negli embrioni. E? troppo presto per considerare questo capitolo ormai chiuso. Se vogliamo che le terapia con le staminali passi dai laboratori alla clinica e dai topi alle persone, dobbiamo capire cosa possono o non possono fare queste cellule dei primati. Dobbiamo studiarle anche nell?uomo, embrioni compresi

Una scoperta indubbiamente sorprendente, che, tuttavia, pone un problema etico molto complesso e, a mio avviso,  impossibile da trattare nell’essenzialità di un articolo che resta necessariamente limitato alla superficie della scoperta. Probabilmente sarebbe bene riflettere accuratamente, tralasciando inutili pregiudizi  e prese di posizione, cercando di comprendere il concetto nel suo insieme per cercare la risposta che, in ultima analisi, più si addice a ciascuno di noi.

 Via | treccani.it