Il parco acquatico SeaWorld di Orlando (Florida) è stato contestato per una serie di vicende alquanto sospette relative a numerosi incidenti che, negli anni passati, hanno coinvolto un’orca di 6 tonnellate, Tilikum.

Il parco, nel 2010, sarebbe stato teatro di uno spaventoso attacco costato la vita a Dawn Brancheau, un’addestratrice di orche, uccisa proprio da Tilikum, da lei stessa addestrata, durante uno spettacolo.

La donna sarebbe stata azzannata dall’orca e trascinata in acqua, la morte sarebbe stata provocata da una gravissima ferita alla testa. Una tragedia che, tuttavia, non ha minimamente scosso i gestori del parco.

Dopo un periodo di chiusura parziale della struttura, infatti, gli spettacoli sono ripresi e tuttora continuano a pieno ritmo arricchendosi anche di una nuova attrazione, l’orca Shamu. Non è tutto, i proprietari continuano a negare la morte violenta della Brancheau, sostenendo che la donna sarebbe caduta in acqua accidentalmente e che la causa del decesso sarebbe stata l’annegamento. Il caso sarebbe tornato alla ribalta a causa di un documentario, Blackfish, inerente ai pericoli del mantenere le orche in cattività

I testimoni oculari continuano però a confermare l’attacco ed anche i risultati dell’autopsia concordano con la loro versione.

Ma le stranezze non finiscono qui, basti pensare che questo non è l’unico incidente insabbiato dai proprietari del SeaWorld, l’orca Tikikum sarebbe stata, infatti, ritenuta responsabile di altre due vittime, il ventisettenne Daniel Dukes, morto di ipotermia secondo i gestori ma chiaramente morso dall’orca secondo l’autopsia e la canadese Keltie Byrne, dunque 3 vittime in tutto. La stessa orca avrebbe avuto, inoltre, una parte nell’uccisione di un addestratore nel 1991, prima di arrivare al SeaWorld.

Le perplessità a questo punto non possono che crescere considerando che ogni incidente che avviene all’interno del parco viene minimizzato, se non ignorato, adducendo motivazioni a dir poco fantasiose per la morte di 3 persone giovani.

Animalisti ed esperti hanno colto l’occasione per criticare aspramente le condizioni di cattività delle orche in quanto la loro natura pacifica sarebbe alterata dalle condizioni di vita nei parchi acquatici. Indubbiamente lo stress  rende gli animali aggressivi portandoli a compiere azioni che esulano dal loro comportamento normale e nessun animale che attacca l’uomo è spinto da malvagità, sarebbe assurdo sostenere il contrario.

Indubbiamente la condizione degli animali scuote l’opinione pubblica e la polemica non si fermerà. A mio parere, tuttavia, l’aspetto più amaro della vicenda è  indifferenza generale verso la morte di 3 persone, indifferenza che ha permesso al Sea World di continuare indisturbato l’attività.

Via | leggilo.net