Una recente ricerca pubblicata sulla rivista scientifica “Current Biology” ha riaperto il dibattito sulle capacità ancora sconosciute dei primati. La scoperta, questa volta, riguarda un aspetto della vita finora considerato prettamente umano: il ricordo.

La capacità di ricordare esperienze autobiografiche e di ripetera azioni effettuate anche diversi anni prima è stata riscontrata in un gruppo di Scimpanzè e Oranghi esaminati dagli studiosi Gema Martin-Ordas e Dorthe Berntsen del Center on Autobiographical Memory Research dell’Università di Aarhus (Danimarca) e Josep Call del Max-Planck-Institut per l’antropologia evoluzionistica di Lipsia (Germania).

I ricercatori sono partiti ispirandosi al concetto secondo il quale un ricordo autobiografico a lungo sopito, può essere riportato in luce da un elemento scatenante, un indizio, se vogliamo. Marcel Proust, nella “Ricerca del tempo perduto” raccontava come il sapore di un dolcetto intinto nel thè gli avesse ricordato un’esperienza precisa della sua infanzia.

Per i primati, dunque, i ricercatori hanno pensato ad un esperienza simile: gli animali sono stati coinvolti nella ricera di oggetti, nascosti sempre nei medesimi punti, ripetuta per 4 volte, a distanza di tre anni, ricostruendo precisamente l’ambiente circostante e ponendo i primati di fronte allo stesso compito si è potuto vedere come questi ricordassero in maniera estremamente precisa la collocazione dei nascondigli e riuscissero a replicare in tutto e per tutto la ricerca iniziale. Memoria autobiografica a lungo termine dunque.

I ricercatori a questo punto hanno ulteriormente testato gli animali spingendoli a ripetere azioni avvenute due settimane prima ed anche in questo caso hanno avuto successo. I primati, inoltre, non solo ricordavano le esperienze vissute più volte ma anche quelle sperimentate una volta sola e dunque le azioni effettuate con minore concentrazione.

L’aspetto più sorprendente è che eventi passati avvenuti nello stesso luogo, con lo stesso compito e a contatto con le stesse persone sono stati chiaramente distinti. Dunque per i primati elementi diversi, autonomamente codificati, avevano caratterizzato azioni del tutto similari.

Una scoperta rivoluzionaria, dunque, che non rappresenta un punto di arrivo ma  piuttosto un nuovo inizio nello studio delle capacità di questi animali.

Via | lescienze.it