In provincia di Macerata, più esattamente a livello del fiume Esino tra Matelica e Cerreto d’esi, sono stati ritrovati i resti di numerosi cinghiali uccisi presumibilmente da cacciatori e poi abbandonati nei pressi del fiume all’interno di buste o direttamente sul terreno adiacente alle acque.

Una segnalazione ha rivelato la presenza degli animali e quando i membri dell’unità sanitaria competente sono giunti sul posto hanno potuto osservare come le carcasse mostrassero inconfondibili i segni della Tubercolosi. Probabilmente i cacciatori hanno rilevato la malattia e invece di segnalarla o di distruggere o sotterrare i resti hanno semplicemente abbandonato gli animali.

Questo gesto potrebbe essere stato dettato dal fatto che le battute di caccia in questione fossero clandestine, in quanto fuori stagione ma anche il fatto che nelle Marche la carne di cinghiale è spesso venduta sotto banco dal cacciatore o dal bracconiere al ristoratore che gestisce attività legate alla cucina tipica, la carne in questione ovviamente è priva di controlli.

Ovviamente è partita un’inchiesta ed è venuto fuori che buona parte dei cacciatori della zona era perfettamente a conoscenza già da diverso tempo dell’incidenza sempre più frequente di questa malattia negli animali selvatici ma che si è scelto di tacere la notizia  per evitare un crollo dei consumi.

La TBC sta contagiando anche le greggi e gli altri animali al pascolo, recente è la notizia dell’abbattimento di bestiame presumibilmente malato a San Vicino, e di certo la situazione del contagio è potenzialmente più grave di quanto i cacciatori possano credere. La Tubercolosi, inoltre, non contagia solo gli animali ma, come tutti sappiamo, anche gli uomini.

La presenza di una persona formata a riconoscere le caratteristiche degli animali cacciati al fine di evidenziarne immediatamente eventuali patologie è obbligatoria in ogni battuta di caccia, tuttavia le regole sono inutili se il singolo non comprende la gravità delle sue azioni. Accettare tacitamente la presenza di una malattia tanto grave senza denunciare equivale a mettere in pericolo consapevolmente animali e persone. Naturalmente non si può generalizzare in quanto non tutti i cacciatori sono bracconieri o persone senza scrupoli ma un comportamento così irrispettoso verso la salute pubblica non può essere tollerato e, per ora, è stato richiesto dalla LAC (Lega Abolizione Caccia) l’annullamento della stagione di caccia 2013-2014. Si procederà, inoltre, ad un monitoraggio della presenza della malattia in tutti i cinghiali della regione per valutare la situazione reale.

Si può solo sperare che la situazione resti sotto controllo e che tutte le responsabilità vengano chiarite con adeguate conseguenze.

Via | cronachemaceratesi.it