L’Encefalite del coniglio è causata da un parassita unicellulare, l‘Encephalitozoon cuniculi, famiglia Microsporidi.

Esso vive nelle cellule degli animali che infesta e oltre al coniglio può colpire topo, cavia e altri animali (cane, gatto, uccelli) nei quali tuttavia i sintomi sono praticamente nulli. L’uomo può essere contagiato solo in casi di elevatissimo deficit immunitario, pensiamo ai malati di leucemia o di AIDS. Si ritiene che il parassita sia presente, in forma latente, nella maggior parte dei conigli da compagnia e solo in alcuni casi i sintomi si manifestino.

La trasmissione avviene mediante il contatto con le urine di un animale parassitato, nelle urine, infatti, sono presenti, a partire dalla quarta settimana post contagio fino ai due mesi successivi, le spore del parassita. Il rischio maggiore è per i cuccioli contagiati fin dal momento della nascita dalle urine della madre presenti nel nido. Una forma di trasmissione tra madre e cuccioli è anche quella transplacentare. I conigli adulti possono contagiarsi ingerendo cibo contaminato dalle urine di un malato ma negli adulti che non hanno preso il parassita dalla madre, la malattia è più rara. Pertanto è buona norma separare i cuccioli dagli adulti almeno finche non abbiano raggiunto i 5 mesi.

Il parassita colpisce in particolare le cellule celebrali ma anche occhi, rene, fegato e cuore.

L?encephalitozoon inizia la replicazione all?interno delle cellule, una volta terminata rompe le stesse e fuoriuscendo crea una reazione. Nel caso in cui il parassita sia presente in forma latente nel coniglio, la replicazione può iniziare al termine dello sviluppo delle cellule, dunque in età adulta o in seguito a forte stress.

I sintomi si presentano inizialmente in forma acuta e, se non trattati, evolvono in forma cronica. Inizialmente, a seconda della zona colpita l?animale presenterà convulsioni, incoordinazione, sindrome simil vestibolare con movimenti in circolo, nistagmo, torsione del collo, se la situazione diviene cronica la torsione del collo diviene irreversibile, si avranno inoltre altri sintomi sempre relativi alle aree più colpite come cecità, incapacità di mantenere l?equilibrio ed atteggiamenti anomali come aggressività o contemplazione del vuoto.

pallino 02

I sintomi appena descritti, tuttavia, non sono riconducibili esclusivamente all’Encefalite, è essenziale pertanto un’accuratissima diagnosi differenziale che permetta, per quanto possibile, di escludere malattie che provocano un quadro similare quali Pasteurellosi, Toxoplasmosi, tumori, otiti ecc..

Per una diagnosi attendibile è possibile effettuare un prelievo di sangue ed un test specifico per valutare la quantità di anticorpi presenti contro il parassita. E’ possibile inoltre sottoporre l’animale ad una lastra in modo da escludere un’infiammazione dell’orecchio che potrebbe causare sindrome vestibolare.

Per quanto riguarda la cura, è essenziale considerare il tipo di animale che abbiamo davanti, il coniglio è per natura facilmente stressabile e spesso è proprio lo stress che provoca i danni maggiori in quanto si ripercuote sull’assunzione del cibo. E’ essenziale che il coniglio continui a mangiare per evitare problemi nelle funzioni intestinali.  L’animale dunque deve essere tenuto in un ambiente tranquillo, privo di rumori forti,  meglio se al buio o almeno in penombra. Cibo e acqua devono essere sempre disponibili.

Il trattamento farmacologico dura circa un mese e può essere effettuato anche a casa se dotati di buona manualità, il successo è fortemente influenzato dalla gravità dei sintomi iniziali.

E’ essenziale rivolgersi ad un veterinario competente al primo insorgere dei sintomi.