Nuove ricerche suggeriscono che i grandi pachidermi africani possano capire e seguire gesti umani, come l’indicare, proprio come un cane  capisce se gli si indica il cibo o un giocattolo. La capacità degli elefanti di capire i gesti dell’uomo può aiutare a spiegare come gli umani siano riusciti ad utilizzare per secoli questi animali per il lavoro.

L’uomo indica e segue il gesto di indicare già dall’infanzia: è uno dei primi modi per comunicare. Molti animali domestici, come cani, gatti, capre, cavalli, sono capaci di interpretare i gesti umani, ma gli animali selvatici (tranne qualche nostro parente prossimo, come gli scimpanzé) hanno invece difficoltà a comprenderli.

Adesso un nuovo studio ha mostrato che gli elefanti africani sono capaci di interpretare il gesto umano di “indicare” (“pointing”) senza essere stati specificatamente addestrati per questo.

Gli elefanti sembrano essere gli unici ad esserne capaci , anche se la specie non è stata ancora allevata in cattività.

dice il co-autore dello studio Richard Byrne, ricercatore dell’Università di St. Andrews in Scozia, che studia l’evoluzione del comportamento cognitivo e sociale.

Byrne e la co-autrice dello studio Anna Smet hanno studiato 11 elefanti africani catturati, il cui lavoro consiste nel trasportare sul dorso i turisti presso le Cascate Vittoria, nel sud dell’Africa.

Nei primi esperimenti la Smet, posta tra due secchi (uno vuoto, uno contenente un premio in cibo), indicava col braccio il contenitore col cibo all’elefante. Gli animali sceglievano sistematicamente il secchio indicato dalla Smith, anche quando, nelle prove successive, lei cambiava posizione, suggerendo che decidevano non in base alla sua posizione rispetto ai secchi, ma proprio in base all’indicazione ricevuta col braccio.

Gli elefanti interpretavano correttamente anche quando i ricercatori hanno provato ad utilizzare diversi gesti per indicare (con l’avambraccio, la mano o il dito indice) , ma non rispondevano alla sola direzione dello sguardo.

Confrontando i primi esperimenti con gli ultimi i ricercatori non hanno trovato differenze nei risultati: questo significa che gli elefanti non hanno imparato a seguire il gesto durante le diverse prove. Hanno allora preso in considerazione il fatto che avessero potuto imparare a capire il pointing dai loro addestratori, o da altre persone attorno. Gli elefanti erano stati tutti addestrati, ma a rispondere più a comandi vocali che a gesti: osservando attentamente gli addestratori  per tre mesi la Smet non li ha mai visti utilizzare il gesto di indicare con gli elefanti.

Non sorprende che gli elefanti riescano a rispondere a gesti umani

spiega Phyllis Lee, professore di psicologia dell’università di Stirling in Scozia che ha spostato i suoi studi sugli elefanti selvatici. Gli elefanti infatti vivono in branchi con una socialità sviluppata, in cui è necessario comprendere i gesti dei propri simili e anche degli animali con cui condividono l’habitat.  Gli elefanti comunicano tra loro anche utilizzando la proboscide, ma non è chiaro se possono interpretare un gesto della proboscide come l’indicare.

Capire come comunicano gli elefanti può essere molto interessante, ma occorre studiarli nel loro ambiente; è quello che spera Byrne, che si augura in futuro di riuscire a vedere elefanti selvaggi utilizzare il gesto di indicare:

L’evoluzione non seleziona abilità che non vengono utilizzate in natura, quindi ciò implica che gli elefanti devono essere capaci di capire i loro comportamenti, come l’indicare. Sarebbe interessante andare avanti e scoprire esattamente come gli elefanti indichino tra di loro.

Via | Nationalgeographic