L’allergia alimentare è una patologia che negli ultimi anni colpisce sempre più frequentemente i nostri amici animali, siano essi cani o gatti. Alcune razze sembrano essere maggiormente predisposte, come ad esempio il Bulldog Inglese, il Bouledogue Francese, il Barboncino e lo Sharpei. Può comunque colpire cani di qualsiasi razza e tende a manifestarsi intorno all’anno di età.

Allergia alimentare – Sintomi

L’allergia alimentare causa una dermatite pruriginosa non stagionale generalizzata o localizzata ad alcune parti del corpo come l’orecchio, le zampe, la zona ascellare ed inguinale, il muso ed il perineo. Questa reazione è causata dall’ ipersensibilità al cibo o agli additivi contenuti nell’alimento. Spesso la dermatite è associata a lesioni secondarie da grattamento come le croste e le escoriazioni, eccessivo leccamento sopratutto a carico degli arti, seborrea cronica e otiti.

Nel 20-30% dei casi è possibile trovare nell’animale un aumento della peristalsi intestinale, vomito, diarrea e flatulenza.

E’ importante differenziare la dermatite da allergia alimentare dalle altre forme di ipersensibilità come la dermatite atopica, quella da morso di pulce, da contatto, parassitaria e da Malassezia.

Allergia alimentare – Diagnosi

Non è semplice diagnosticare la dermatite da allergia alimentare, in quanto i test eseguiti sul sangue non sembrano essere  attendibili. Per questo motivo si esegue una cosìdetta dieta di privazione.

La dieta di privazione consiste nel somministrare all’animale crocchette con proteine idrolizzate per almeno 20-30 giorni, o una dieta casalinga costituita da alimenti non presenti precedentemente nell’alimentazione come il cavallo, il pesce come fonte proteica, e le patate e la polenta come fonte di carboidrati.

E’ importantissimo non somministrare nessun altro alimento al di fuori di questi, nessun biscotto, nessun pezzettino di pane, nessun osso sintetico e neanche farmaci appetibili che possono contenere estratti di carne che andrebbero a falsare la nostra diagnosi.

Una volta trascorsi i 20-30 giorni la dermatite dovrebbe essere notevolmente migliorata con l’assenza del prurito e degli altri sintomi. A questo punto si può decidere se utilizzare una dieta di mantenimento con alimento ipoallergenico commerciale oppure scegliere di fare una dieta di provocazione per capire la sostanza che scatena la reazione, introducendo piano piano nuovi alimenti ogni 2 settimane.

L’allergia alimentare è un argomento piuttosto complesso che dovrebbe essere affrontato insieme al vostro medico veterinario di fiducia, spero di aver chiarito i vostri dubbi.