Il 7 maggio, la Corte Suprema indiana ha imposto ufficialmente il divieto per le tradizionali corse con carri trainati da giovani tori, da anni condannate da organizzazioni quali PETA India e il Welfare Board Animal of India (AWBI). Queste competizioni, molto simili alla più celebre corsa con i tori di Pamplona in Spagna, infliggevano annualmente sofferenze agli animali, ma provocavano anche feriti e persino morti umani. In particolare, è stato oggetto di discussioni, fino alla definitiva abolizione, il Jallikattu, festival in cui i partecipanti devono rincorrere e prendere per la coda o per le corna giovani tori vittime di soprusi: questi, infatti,vengono in primo luogo disorientati, poi terrorizzati, infine presi a pugni oppure, in alcuni casi, addirittura picchiati con bastoni chiodati.

Già nel 2008 la Corte Suprema indiana aveva vietato la pratica, ma subito il Governo aveva presentato ricorso affermando che l’abolizione di feste tradionali come il Jallikattu avrebbe ferito i sentimenti del popolo indiano. Così la sentenza venne modificata dopo soli 4 giorni permettendo la pratica, ma solo se effettuata rispettando alcune precise linee guida, volte a rendere la competizione più sicura. Queste linee guida, però, vennero introdotte solo 3 anni dopo, nel 2011. Ora, invece, la storica sentenza ha posto definitivamente fine a qualunque competizione che sia pericolosa per l’uomo e minante i diritti più elementari degli animali. Ha manifestato piena soddisfazione per la decisione presa la coordinatrice di Animal Equality India, Amruta Ubale, che ha commentato:

 ?Questo divieto è una pietra miliare per i diritti degli animali in India. Indica che stiamo facendo significativi passi in avanti nella nostra società, e che alcune tradizioni non possono essere considerate più importanti della sofferenza inflitta agli animali?

Via | ambientebio