La presenza di cristalli nelle urine del cane e del gatto rappresenta un problema di comune riscontro in medicina veterinaria.
Una buona percentuale di animali condotti a visita presenta disturbi alle vie urinarie proprio a causa di queste microscopiche formazioni.
I cristalli possono inoltre aggregarsi con la formazione di precipitati macroscopici di maggiori dimensioni definiti calcoli o uroliti.

I cristalli rappresentano la precipitazione di sali e la loro formazione dipende principalmente:
  • dal ph delle urine (infatti mentre alcuni tendono a precipitare a ph acido, altri a ph, basico);
  • dalla concentrazione di ioni;
  • dalla temperatura delle urine.

ed è influenzata da:

  • composizione della dieta;
  • età;
  • sesso;
  • predisposizione genetica;
  • razza.

CALCOLI CANE: SINTOMI

I sintomi di più comuni riscontranti durante la presenza di calcoli nel cane e nel gatto sono:

  • urinazione frequente anche con presenza di sangue;
  • difficoltà ad urinare;
  • urinazione in luoghi inappropriati (in particolare per quanto riguarda la specie felina);
  • lambimento continuo dei genitali;
  • ostruzione uretrale (emergenza medica e chirurgica).

Tali segni clinici sono dovuti all?irritazione meccanica provocata dai cristalli (che talvolta raggiungono anche notevoli dimensioni quasi da essere visibili già ad occhio nudo) a livello della mucosa delle basse vie urinarie.

CALCOLI CANE: TUTTI I TIPI DI CRISTALLI URINARI

Esistono diversi tipi di cristalli che possiamo riscontrare nelle urine del cane e del gatto ma i quattro principali sono:

  • il fosfato ammonio magnesiaco (struvite);
  • l?ossalato di calcio;
  • l?urato di ammonio;
  • la cistina.

La STRUVITE o fosfato d?ammonio magnesiaco è quasi sicuramente il tipo di cristallo più frequentemente diagnosticato nell?urina di cani e gatti. La sua formazione dipende dalla saturazione degli ioni magnesio ammonio fosfato nelle urine ed è favorita da un ph alcalino. Per cui tutto ciò che favorisce l’alcalinizzazione delle urine ne facilita la sua precipitazione.

La prima causa va ricercata in alcuni tipi di alimentazione che determinano aumenti di ph (ad esempio molto ricca in verdure) e processi infiammatori batterici a carico delle basse vie urinarie sostenuti di batteri ureasi produttori (Staphylococcus, Klebsiella e Proteus) che scindendo l?urea determinano una alcalinizzazione delle urine. Sono cristalli facilmente diagnosticabili nel sedimento urinario in quanto hanno una tipica forma definita a ?coperchio di bara?. Nel gatto non sembra esserci una particolare predisposizione nè di sesso né di età mentre nel cane le femmine sembrano più frequentemente colpite e le razze di piccola taglia (in particolare i Cocker, gli Schnauzer nani e i Bichon Frisè) mostrano una maggiore incidenza.

In questi casi occorre acidificare le urine mediante terapia medica farmacologica e ridurre la concentrazione di magnesio, fosfati e di proteine nella dieta con la somministrazione di alimenti specifici per questo tipo di disturbo tendendo a preferire cibo umido alle crocchette in maniera anche di aumentare la quantità di acqua assunta con la dieta. È inoltre importante trattare i processi infiammatori sottostanti ed aumentare l?apporto di cloruro di sodio per stimolare la sete ed indurre quindi l?eliminazione di più urina.

Un altro cristallo facilmente reperibile nelle urine dei nostri amici animali è quello di OSSALATO DI CALCIO che tra l’altro rappresenta quello più diagnosticato in medicina umana. Sono dovuti ad una sovrasaturazione delle urine da parte del calcio spesso secondario a aumentato assorbimento dello stesso a livello intestinale. Anche la dieta gioca un ruolo scatenante nella loro formazione, infatti questi cristalli tendono a precipitare più facilmente a ph acido per cui animali alimentati con diete fortemente acidificanti presentano maggiore predisposizione così come anche quelli trattati con farmaci acidificanti ad esempio la vitamina C.

Possono anche formarsi in urine conservate troppo a lungo prima dell’esame, per questo motivo è importante eseguire un esame delle urine al massimo entro qualche ora dalla campionamento. La loro diagnosi si basa sul riconoscimento nel sedimento urinario di piccole formazioni a busta di lettera. In questi soggetti occorre eliminare i fattori di rischio, tendere ad eliminare integratori contenente vitamina D, calcio o vitamina C in quanto possono aumentare l’escrezione di calcio o ossalati.

Esistono poi in commercio diete specifiche che servono sia per la prevenzione dei cristalli di ossalato di calcio sia per la loro dissoluzione e che tendono anche a stimolare il consumo di acqua da parte dell’animale. I calcoli che si formano per aggregazione dei cristalli di ossalato di calcio non rispondono alla terapia medica per cui gli animali che presentano questo tipo di calcoli vanno trattati chirurgicamente dopo di che devono essere instaurati protocolli medici preventivi per evitarne le recidive.

L’URATO DI AMMONIO nella maggior parte dei cani quasi tutti gli urati che si formano dal metabolismo della purina vengono trasformati dall’uricasi prodotta dal fegato in allantoina, sostanza molto solubile ed immediatamente escreta dai reni. In alcune razze di cani, primo tra tutti il Dalmata, solamente meno della metà dell’acido urico viene convertito in allantoina, mentre la maggior parte viene escreto come urati.

Questi cristalli si formano inoltre nei soggetti con grave insufficienza epatica ed in quelli con shunt porto-sistemici sia congeniti che acquisiti (probabilmente a causa di una riduzione della conversione a livello del fegato dell’acido urico in allantoina). Un’altra razza di cani particolarmente predisposta alla formazione dei cristalli di urato di ammonio è il Bulldog inglese. I fattori di rischio dietetici per l’urolitiasi da urati sono rappresentati dagli elevati livelli di purina nella dieta (ad es., formulazioni ricche di frattaglie) e dal basso consumo di acqua da parte dell’animale. Proprio per questi motivi la prevenzione si ottiene attraverso una dieta povera in proteine.

Inoltre questo tipo di cristalli si forma più facilmente a ph acdo o neutro quindi si deve cercare di somministrare diete alcalinizzanti o aiutarsi con ma terapia medica. Come per tutti i tipi di uroliti, il consumo di una dieta umida, l’integrazione del cibo con acqua o l’aumento del contenuto di sodio possono contribuire a far aumentare il volume urinario.

Il loro riconoscimento si basa sul rinvenimento a livello del sedimento urinario di piccoli “ciuffetti” di colore scuro (generamente marroncini).

Cristalli di CISTINA. La cistiniuria è un difetto metabolico congenito caratterizzato da un anormale riassorbimento nei tubuli renali di cistina e di altri aminoacidi. Non tutti i cani che eliminano urine cariche di cistina però formano uroliti e generalmente questi calcoli vengono diagnosticati solamente quando raggiungono dimensioni importanti. Questo difetto metabolico è stato oramai riconosciuto in più di 60 razze canine (Bulldog, Bassotto, Terranova, ecc) e risulta più frequente nei soggetti di sesso maschile.

La formazione dei cristalli di cistina tende ad essere associata ad un ph acido o neutro ed è semplice riconoscerli microscopicamente a livello del sedimento urinario in quanto hanno una tipica forma esagonale. Lo scopo della terapia è quello di ridurre la concentrazione della cistina nell’urina ed aumentare la sua solubilità. Ciò di solito richiede una modificazione della dieta in associazione con un farmaco contenente tiolo.

La riduzione delle proteine della dieta può diminuire l’escrezione di cistina, presumibilmente perché queste diete contengono meno precursori di questo aminoacido. Pertanto, nei cani cistinurici che consumano una dieta a ridotto tenore proteico si raccomanda di effettuare una integrazione con carnitina oltre che con taurina. È importante quindi cercare di alcalinizzare le urine mediante diete a basso contenuto proteico.

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