Prima di analizzare le diverse cause del vomito, è importante capire se il tuo animale vomita o rigurgita.

Il rigurgito è un’espulsione passiva del cibo dall’esofago e si manifesta solitamente subito dopo il pasto, ma anche fino a 24 ore dopo. Essendo un meccanismo passivo, mancano tutti i segni prodromici tipici del vomito, quali la nausea ed i conati.
Il vomito, invece, è dato da movimenti antiperistaltici, quindi retrogradi, dello stomaco, associati ad una pressione negativa a livello esofageo e alla contrazione di diaframma e muscoli addominali. Il vomito è accompagnato da segni prodromici quali l’ipersalivazione, il leccamento delle labbra, l’irrequietezza ed i conati.

Il vomito deriva da un riflesso del sistema nervoso centrale ed è mediato dal centro del vomito, localizzato a livello del bulbo nel tronco encefalico. Gli impulsi generati a questo livello determinano la contrazione retrograda di stomaco e duodeno, il rilassamento degli sfinteri esofagei e la contrazione dei muscoli addominali e del diaframma.
Le conseguenze del vomito variano in base alla sua durata e al volume e composizione del liquido espulso. Se è di lunga durata può portare a complicanze metaboliche, ad esempio disidratazione, alterazioni dell’equilibrio elettrolitico ed acido-base.

VOMITO NEL CANE E GATTO: COSA FARE

Per prima cosa, valuta la frequenza del vomito. Se si tratta di un episodio isolato non devi allarmarti! Può infatti capitare che il cane vomiti se è a digiuno da troppe ore, quindi è meglio suddividere la razione in più pasti giornalieri, oppure può aver leccato o mangiato qualcosa durante una passeggiata.

Alcuni maschi non castrati possono vomitare se percepiscono la presenza di femmine in calore.
In questi casi, può essere sufficiente tenere a digiuno il cane per 12-24 ore e razionare l’acqua.

Non lasciare quindi che il tuo cane beva troppa acqua in seguito al vomito: è sicuramente una reazione naturale per impedire la disidratazione, ma l’eccesso di acqua in uno stomaco già irritato può scatenare un vomito più grave e frequente. La soluzione migliore è quella di mettere due dita d’acqua nella ciotola e presentarla al cane ogni 20-30 minuti.

Molti cani reagiscono al vomito seguendo l’istinto dei loro antenati, ovvero mangiando erba per vomitare ed eliminare la causa del malessere, ma questo può essere controproducente. L’erba infatti irrita la mucosa gastro-enterica, peggiorando così il vomito e scatenando in alcuni casi anche la diarrea.
Se il vomito, invece, è frequente nell’arco della stessa giornata, se c’è un’abbondante presenza di sangue e se il tuo cane è particolarmente abbattuto, portalo da un veterinario, in modo che visitandolo e con gli opportuni accertamenti diagnostici possa capire la causa scatenante.
Un altro consiglio è quello di evitare i rimedi fai-da-te e di somministrare al cane farmaci senza il parere di un professionista.

VOMITO NEL CANE E GATTO: CAUSE

Sono diverse le malattie che causano vomito, alcune sono di origine gastroenterica, altre no.
Nella prima categoria rientrano:

  • le reazioni al cibo;
  • la pancreatite;
  • l’ostruzione, che può essere dovuta a corpi estranei, neoformazioni o ipertrofia pilorica;
  • la compressione extra-luminale;
  • il ritardato svuotamento gastrico;
  • le patologie infettive, come la parvovirosi, il cimurro, la panleucopenia;
  • alcune parassitosi;
  • la gastrite;
  • alcuni farmaci, ad esempio i FANS (Farmaci Antiinfiammatori Non Steroidei);
  • le ulcere gastro-intestinali.

I disordini non gastro-enterici che possono determinare vomito sono tantissimi. Tra questi, ricordiamo:

  • la presenza di tossine endogene o esogene;
  • diverse malattie endocrine, come il diabete mellito chetoacidosico e l’ipertiroidismo;
  • la piometra;
  • la peritonite;
  • disordini del SNC, quali traumi cranici o neoformazioni;
  • la sindrome vestibolare e la chinetosi.

Per quanto riguarda le tossine, quelle esogene sono riconducibili ad alcuni farmaci, come chemioterapici, antibiotici e narcotici, oppure a sostante tossiche e veleni, per esempio il glicole etilenico e gli insetticidi; mentre quelle endogene si sviluppano in corso di nefropatie, epatopatie o sepsi.

Continuate a leggere se volete sapere tutto sulle cause di vomito nel cane e nel gatto.

VOMITO NEL CANE E GATTO: CAUSE GASTRO-INTESTINALI

Facciamo ora un po’ di chiarezza tra tutte le patologie elencate prima.

  • Reazioni avverse al cibo

Si tratta di reazioni anomale dell’organismo all’ingestione di un alimento e possiamo distinguere le allergie alimentari, su base immunologica, e le intolleranze, che non coinvolgono il sistema immunitario. Sulla base dei segni clinici non è possibile distinguerle, perchè hanno manifestazioni simili: frequentemente di tipo dermatologico, ma a volte accompagnate da vomito e/o diarrea. Per diagnosticare queste patologie si deve eseguire una dieta privativa: si deve fornire al cane, per almeno due mesi un alimento contenente una fonte proteica e glicidica mai mangiata dall’animale. Se dopo i due mesi, il cane non presenta più i sintomi iniziali si devono reintrodurre un poco alla volta gli alimenti precedenti per individuare quale di questi scatena la sintomatologia, in modo da poterlo evitare in futuro.

  • La pancreatite

E’, invece, un’infiammazione del pancreas, un ghiandola endocrina ed esocrina localizzata tra stomaco, milza, reni e primo tratto dell’intestino tenue. In corso di pancreatite, gli enzimi digestivi si attivano all’interno del pancreas, generando una sorta di autodigestione. Questo comporta una grave infiammazione dell’organo e dei tessuti limitrofi. Il vomito è solo uno dei sintomi e solitamente, in presenza di una sintomatologia grave e acuta, il cane necessita di un ricovero in una struttura veterinaria.

  • L’ostruzione

Può comportare vomito in quanto viene impedito il corretto transito intestinale. La causa può essere l’ingestione di un corpo estraneo, da sospettare soprattutto nei cuccioli, oppure la presenza di una neoformazione di origine tumorale, nei cani anziani. Anche l’ipertrofia pilorica, ovvero una proliferazione della mucosa del piloro, può comportare vomito e alcune razze, ad esempio le brachicefale, sono più predisposte a svilupparla. Per la diagnosi si deve ricorrere ad un iter che prevede l’utilizzo di ecografia ed endoscopia.

  • Cause infettive ed infestive

Per quanto riguarda le cause infettive ed infestive, bisogna ricordare la parvovirosi canina, che determina una grave gastroenterite emorragica nei cuccioli, il cimurro, in cui i sintomi gastro-enterici possono essere associate a manifestazioni nervose, oculari, respiratorie e cutanee, e la panleucopenia felina, causata da un parvovirus da cui è derivato, in seguito a mutazioni, quello canino e può determinare nei gattini una sintomatologia gastro-enterica oppure nervosa, se l’infezione viene contratta in utero; tra le forme infestive, gli ascaridi, vermi tondi i cui adulti si localizzano a livello intestinale in cani e gatti, possono occasionalmente causare vomito.

  • Farmaci

Alcuni farmaci, come i FANS, possono irritare molto lo stomaco e causare vomito. Per questo motivo, è consigliabile la somministrazione a stomaco pieno e l’associazione di un gastroprotettore.

  • Ulcere gastriche

Possono essere causate da neoplasie, corpi estranei, farmaci, stress, insufficienza epatica e renale.

VOMITO NEL CANE E GATTO: CAUSE NON GASTRO-INTESTINALI

Abbiamo citato precedentemente due patologie endocrine che possono determinare vomito negli animali domestici: il diabete mellito chetoacidosico e l’ipertiroidismo.

  • Diabete mellito ed ipertiroidismo

Il diabete mellito comporta un aumento della glicemia, per una ridotta o assente produzione di insulina o una mancata risposta ad essa. La chetoacidosi è una complicanza del diabete mellito quando viene trascurato o non diagnosticato, ma a volte può insorgere anche in animali in cui il diabete è ben controllato. È causato da un aumento degli ormoni diabetogeni e da carenza di insulina. L’organismo in questo modo non riesce più a trarre energia dagli zuccheri e ricorre ai lipidi, con un conseguente aumento dei corpi chetonici in circolo. Si tratta di una condizione di emergenza e l’animale si presenta gravemente disidratato, abbattuto, con vomito e in alcuni casi anche in coma. La terapia è mirata a ripristinare la glicemia, l’equilibrio idro-elettrolitico e acido-base, ma è bene ricordare che la prognosi è da considerarsi riservata.

L’ipertiroidismo, invece, colpisce gatti di mezza età o anziani in cui vi è un aumento dei valori ematici degli ormoni tiroidei, spesso per lo sviluppo di adenomi o carcinomi a carico della ghiandola. I sintomi sono molteplici e purtroppo nessuno di essi è patognomonico, ovvero ci permette di fare diagnosi solo basandosi su esso. L’animale presenta perdita di peso, ma con un aumento dell’ingestione di cibo, spesso è aumentata anche l’ingestione di acqua con conseguente aumento dell’urinazione. Possono essere gatti iperattivi o addirittura aggressivi, con vomito cronico e diarrea. L’eccesso di ormoni tiroidei ha conseguenze anche sull’apparato cardio-vascolare e determina ipertensione e una cardiomiopatia che può evolvere in un’insufficienza cardiaca congestizia, con soffi cardiaci e tachicardia.

  • La piometra

E’ una raccolta di materiale purulento all’interno dell’utero ed insorge nelle cagne non sterilizzate. Si devono distinguere la piometra aperta, in cui la cervice permette la fuoriuscita del pus, da quella chiusa, in cui la cervice è chiusa ed il pus si raccoglie all’interno dell’utero, determinando sintomi più gravi e con il rischio di rottura dell’organo e conseguente peritonite. I sintomi comprendono: abbattimento, inappetenza, scolo vulvare purulento (piometra aperta), poliuria e polidipsia (aumento di urinazione e sete), vomito, diarrea e febbre. Con il passare del tempo si sviluppa un’endotossiemia, per le tossine batteriche che dall’utero passano nel circolo sanguigno, con insufficienza renale, fino ad una condizione di shock e a uno stato comatoso che possono portare a morte l’animale. L’unica terapia possibile e risolutiva è quella chirurgica: bisognerà quindi effettuare un intervento volto ad asportare ovaie e utero infetto, che prende il nome di ovario-isterectomia.

  • Peritonite

La parete interna dell’addome di cane e gatto e quasi tutti gli organi addominali sono rivestiti da una membrana che prende il nome di peritoneo. La peritonite è un’infiammazione di questa membrana ed è una condizione molto grave. Le cause possono essere moltissime ed alcune le abbiamo già citate precedentemente, come la pancreatite, la piometra, le ulcere perforate. La peritonite viene classificata in primaria, se non vi è una evidente fonte di infezione intra-addominale, o secondaria. Una possibile causa di peritonite primaria è la FIP o peritonite infettiva felina, causata da un Coronavirus mutato, difficile da diagnosticare e purtroppo letale. La peritonite secondaria può essere non settica o settica, per inoculazione di batteri in cavità addominale, e può essere causata da contaminazioni dall’apparato gastro-enterico, urinario, epato-biliare e ferite penetranti. Uno dei sintomi più evidenti è il fortissimo dolore addominale. La terapia varia a seconda della causa che ha scatenato la peritonite.

  • Sindrome vestibolare

La sindrome vestibolare è una patologia neurologica che colpisce il sistema vestibolare di cani e gatti, localizzato nel sistema nervoso centrale e deputato al controllo dell’equilibrio. I sintomi associati a questa condizione sono inappetenza, nausea, vomito ed incoordinazione motoria. L’animale tende a camminare in circolo da un lato oppure in alcuni casi vi è l’incapacità di mantenere la stazione. A questo si associano la testa ruotata dal lato verso il quale il cane o il gatto cammina e nistagmo (movimenti oscillatori, ritmici ed involontari dei globi oculati). Il problema può essere centrale, di origine infiammatoria, vascolare o neoplastica, o periferico, ad esempio in corso di otite media e interna. Anche alcuni problemi metabolici possono essere alla base della sindrome vestibolare. L’iter diagnostico prevederà, quindi, l’esecuzione di esami ematochimici, una visita neurologica, radiografie, tomografia computerizzata e risonanza magnetica. La terapia varia in base alla causa che ha scatenato la sintomatologia vestibolare, ma un primo supporto indispensabile tramite fluido terapia garantirà un’adeguata idratazione del paziente, associati a farmaci antiemetici, ad una copertura antibiotica ed anti-infiammatoria.

  • Mal d’auto

La chinetosi, o cinetosi, o mal d’auto, è un disturbo che si riscontra abbastanza negli animali domestici, soprattutto della specie canina che più frequentemente di altre viene trasportata in auto. Essa è causata da un movimento irregolare e poco familiare che disturba gli organi dell’equilibrio. A questo spesso si associa la paura dell’animale nei confronti dei veicoli ed in questi casi il cane può sviluppare cinetosi anche a veicolo fermo o solo alla sua vista. I sintomi sono simili a quelli che prova un umano che soffre di mal d’auto: vomito, nausea, ipersalivazione, sbadigli frequenti, irrequietezza, vocalizzazioni inappropriate, vertigini, equilibrio incerto e in alcuni casi diarrea. È importante capire se il cane ha semplicemente paura del veicolo o se soffre realmente di cinetosi. Nel primo caso può essere necessario l’utilizzo di un sedativo, soprattutto nei viaggi lunghi; nel secondo, si deve ricorrere a farmaci anti-emetici, come il maropitant. Si tratta di una molecola specifica per i casi di cinetosi, che va somministrata circa due ore prima della partenza e il cui effetto antiemetico può durare anche 12 ore.Il tuo veterinario di fiducia saprà indicarti il farmaco migliore per il tuo cane.

Le cause di vomito possono essere davvero moltissime, per questo motivo è sempre preferibile ricorrere al parere di un professionista ed evitare i rimedi fai-da-te

VOMITO NEL CANE E GATTO: I 5 CONSIGLI DEL VETERINARIO

  1. Non allarmatevi in caso di un singolo episodio di vomito;
  2. Se l’animale è moscio, non mangia e rifiuta il cibo, anche quello più appetibile, portatelo subito dal veterinario;
  3. Se l’episodio di vomito si verifica sempre alle prime ore del giorno, potrebbe essere causato dall’eccessivo digiuno tra un pasto ed un altro;
  4. Non mettete a disposizione del cane grandi quantità di acqua se vomita;
  5. Non improvvisate terapie “Fai da te” senza prima consultare il vostro veterinario.

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La Dr.ssa Stefania Camerano è disponibile a rispondere ad ogni vostro dubbio sulle patologie del vomito QUI.