Chi di noi non ha mai visto la famosa frase “in questo film nessun animale è stato maltrattato”? Ogni pellicola che preveda l’impiego di animali sul set la riporta sempre e la sua veridicità è assicurata da attenti controlli nel corso delle riprese. O meglio, così dovrebbe essere.

Un rapporto pubblicato su “The Hollywood Reporter” mette in luce i lati più oscuri dell’uso di ogni genere di animali nei film statunitensi. Stando a quanto è scritto, alcuni tra i più grandi successi del cinema hanno causato lesioni o persino la morte di molti cavalli, ma avrebbero subito abusi anche delle tigri ed uno scoiattolo. Il caso più eclatante lo si riscontra nel quattro volte premio Oscar “La vita di Pi” di Ang Lee, successo internazionale: il film è incentrato sul rapporto tra un ragazzo ed una tigre, che si ritrovano a condividere la stessa zattera. Per molte scene è stato utilizzato il computer, ma dove gli effetti speciali non potevano arrivare sono state girate immagini reali. Proprio durante alcune di queste riprese King, la tigre del Bengala protagonista del film, ha rischiato di affogare.

Nonostante siano previsti attenti controlli che tutelino gli animali da eventuali abusi, l’associazione animalista American Humane Association (AHA) ha più volte tentato di nascondere questi episodi, ampiamente documentati nel rapporto incriminato. Ecco lo stralcio di una delle tante e-mail inviate da Gina Johnston, addetta al controllo dell’AHA, ad un collega:

Questa ripresa con lui stava per finire davvero male, perché si è perso e cercava di nuotare su un lato. Accidenti, stava per annegare.

Dal rapporto inoltre emerge che tra l’AHA e le case cinematografiche vi sono rapporti piuttosto stretti: addirittura la Johnston aveva una relazione con uno dei produttori, pertanto risulta palese la mancanza di oggettività nella valutazione dello stato di salute di King. L’AHA però continua a negare ed afferma che l’unico scopo dell’associazione è sempre stato la tutela degli animali.

In Italia purtroppo la situazione non è molto diversa: nel film “L’arbitro” di Paolo Zucca, che ha vinto il premio come miglior corto ai David di Donatello, sono mostrati una pecora crocifissa, un agnello decapitato e cani impiccati. Non avendo avuto chiarimenti da parte di Lucky Red, la Lav ha presentato un esposto alla procura di Roma.

Via| nelcuore.org