Il Ministro Lorenzin risponde agli animalisti attraverso una lunga intervista rilasciata per il quotidiano Repubblica, dove affronta le problematiche del randagismo, della sperimentazione animale e del benessere animale in campo zootecnico e allevatoriale.

Incalzata dalle domande della giornalista Margherita D’Amico sulla dolorosa piaga del randagismo, il ministro Lorenzin ha ribadito che i tempi sono maturi per una possibile revisione della legge quadro 281/91, con la quale veniva richiesto agli enti competenti di effettuare prevenzione e dunque la sterilizzazione degli animali in affido ai rifugi. Tra gli obiettivi prioritari della legge vi è infatti il controllo delle nascite, per il quale è previsto il 60% dei fondi stanziati per la lotta al randagismo. Un’altro mezzo utile in questo campo sarebbe l’istituzione di un’Anagrafe unica nazionale affinchè si eviti l’abbandono e se ne garantisca la tracciabilità. Alla domanda su come intenda contrastare il randagimo, Beatrice Lorenzin risponde:

“Convocando un tavolo di coordinamento con le organizzazioni dei medici veterinari e tutte le categorie interessate per affrontare congiuntamente il problema e valutare i termini di un aggiornamento della legge 281/91”.

La D’Amico ha sottoposto all’opinione del ministro alcuni studi della ong Compassion in World Farming, secondo i quali in Italia 700mila scrofe sono in linea UE, oltre 10 milioni di suini all’ingrasso mancano dei dovuti arricchimenti ambientali e hanno la coda mozzata, ed inoltre ha chiesto per quale motivo il nostro Paese ha impiegato un anno in più rispetto al tempo massimo concesso dall’UE per omologarsi alla direttiva europea sul benessere delle galline ovaiole, motivo per cui siamo stati sanzionati. Il Ministro ha ribattutto il tema dei suini affermando che i dati posseduti dal Ministero della Salute non sono d’accordo con quanto riporta la ong e che il Servizio Veterinario Pubblico è in prima linea nel far rispettare le normative europee. Riguardo la sanzione per gli allevamento avicoli, il tempo concesso dalla direttiva non era sufficientemente lungo in previsione della transizione a cui gli allevatori dovevano andare incontro.

L’ultima provocazione avanzata dalla giornalista ha riguardato la sperimentazione animale, domandando al ministro secondo quale criterio ogni hanno vengono sottoscritti permessi in deroga per test sugli animali senza anestesia. Beatrice Lorenzin ha risposto:

“Siamo particolarmente attenti alla concessione di simili autorizzazioni, pone come condizione essenziale la protezione degli animali utilizzati a fini scientifici e per questo compito si avvale dell’Istituto superiore di sanità e del Consiglio superiore di sanità per gli aspetti di valutazione scientifica. Le richieste sono attentamente esaminate in ordine all’indispensabilità dell’esperimento, alla mancanza di metodi alternativi e all’inutile duplicazione degli esperimenti stessi”

Via | Repubblica